Buongiorno,
mi presento: sono Elisabetta, ho 36 anni e sono mamma di un bambino di 2 anni, Matteo.
Per potermi prendere cura di lui senza dovere rinunciare al mio lavoro, di questi tempi prezioso per tutti, proprio come Te, sono una pendolare dell’Alta Velocità Torino-Milano, con quasi 80 mila chilometri sulle spalle.
Per prima cosa vorrei sfatare un mito: il pendolare Alta Velocità non è un pendolare ”ricco” che può permettersi di tutto.
Noi siamo quelli che spesso fanno i salti mortali, investendo parte del proprio stipendio, per conciliare gli impegni di lavoro (che comporta sacrifici e impegno) e quelli di una famiglia (che è sacra) che si trovano mediamente a 150 chilometri di distanza!
L’impressione che ho è che, a dispetto di chi viaggia sui regionali, i pendolari AV non abbiano adeguata attenzione. Questo probabilmente perché numericamente siamo in minoranza e, a livello mediatico, non facciamo “notizia” o forse perché, dovendo già spendere il nostro tempo per viaggiare tra Torino e Milano, nessuno di noi ha la possibilità di partecipare a manifestazioni di richiamo.
Ma lasciando da parte le questioni personali e le frustrazioni quotidianamente sopportate, in questo periodo di crisi, mi sono dedicata a fare una mera valutazione economica sulla situazione dei pendolari AV Torino-Milano: non abbiamo diritto neanche ad un piccolo sconto sull’uso dei mezzi pubblici di Torino o di Milano, non abbiamo diritto a rimborsi in caso di ritardo, non abbiamo diritto all’abbonamento settimanale, non abbiamo diritto all’abbonamento integrato con i treni regionali, non esiste un calmiere che regoli gli aumenti di prezzo del nostro abbonamento.
La conclusione è stata: paghiamo la tratta di AV al prezzo per chilometro più alto d’Italia ma siamo considerati viaggiatori di “serie B”.[1]
Non è civile… e dopo tanti mesi ancora nessuno ha capito le nostre esigenze.
Con mio marito Stefano CAPRARO quest’anno ho fatto una valutazione su quante cose ci sarebbero da dire sull’andamento della qualità della vita.
Per questo abbiamo deciso, con il supporto di chi ci sta vicino, di impegnarci per portare alla Regione Piemonte la voce di chi, come noi, paga un conto salatissimo per avere in cambio solo rifiuti e molto spesso nessuna solidarietà.
Uno degli intenti di mio marito, di cui Ti invito a consultare il sito www.stefanocapraro.it per conoscere la sua attività di imprenditore e per comprendere le motivazioni del suo impegno politico, è quello di supportare il faticoso e prezioso lavoro svolto dai nostri rappresentanti accrescendo il numero dei Consiglieri regionali che abbiano effettivamente a cuore gli interessi degli incompresi pendolari AV Torino- Milano.
Chi infatti potrebbe capire meglio le assurde avventure quotidiane che si vivono sui binari della Torino-Milano se non chi raccoglie tutti i giorni gli sfoghi della moglie perennemente bloccata in stazione a guardare a bocca aperta i minuti di ritardo che via via si accumulano sul tabellone delle partenze?
So che chi è pendolare come me mi comprende pienamente, Ti chiedo quindi di condividere con me questa idea e di supportare la candidatura di Stefano CAPRARO per il Consiglio della Regione Piemonte.
Probabilmente prima di risolvere il problema ci vorrà ancora del tempo ma abbiamo a disposizione uno strumento concreto che possiamo utilizzare per far sentire la nostra voce e per cercare di portarla all’attenzione dei vertici di chi ogni giorno, senza valutarne le conseguenze, si appropria di un pezzo della nostra vita.
Elisabetta CAPRARO
[1] Fonte: Il Sole24Ore del 13 dicembre 2009.
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Caro Makis,
è risaputo che l’argomento “politica” crea sempre delle divergenze. Ma sarebbe impossibile quanto assurdo immaginare un mondo dove tutti la pensano alla stessa maniera. Mi spiace aver suscitato in lei sentimenti di indecenza su questioni che alla fine quotidianamente ci vedono dalla stessa parte. Ma alla fine cos’è scandaloso: aver condiviso con mio marito una proposta di lavoro da portare in regione basata sull’esperienza che da anni vivo sulla mia pelle da pendolare e averlo aiutato a pubblicizzarla? E’ da un bel po’ che in parecchi siamo stufi di come vanno le cose; c’è chi , come lei, ha deciso di reagire non andando a votare, che chi invece ha deciso di reagire rimboccandosi le maniche e cercando di portare una voce nuova in politica. Ogni idea va rispettata e la ringrazio per gli auguri che ci ha fatto.
Comunque sia, io lunedì mattina sarò sulla banchina di Porta Susa con la speranza di veder comparire da lontano la fantomatica carrozza 12 e con la speranza che nel prossimo consiglio regionale ci possa andare qualcuno che conosca meglio le esigenze dei pendolari e delle loro famiglie e sappia come farle vedere.
Mi spiace che la mia lettera sia stata ritenuta scorretta; sono la prima sostenitrice di mio marito …. è così scandaloso al giorno d’oggi? 🙂
Forse è necessaria una precisazione, non è scandoloso l’essere sostenitrice di sua marito, ci mancherebbe altro, ma la forma, la tempistica e il mezzo usato non corrispondono ad una “mia considerazione prettamente personale” di cristallina e dedita concezione dell’interesse pubblico. Ciò non vuole assolutamente dire che io sia nel giusto, solo il tempo mostrerà gli effetti futuri. Con questo vorrei semplicemente augurare di perseguire la causa di chi tutti i giorni è soggetto a trasferimenti logoranti da qualsivoglia punto di vista lo si giudichi, unicamente per poter “lavorare” e non per un metodico diletto.
Avrei piacere un giorno di poter sentire pronunciare da un politico o da un amministratore delegato la famosa frase di Henry Ford: «C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti». Allo stato attuale l’AV è un pessimo servizio (ammesso che lo si debba chiamare così) ed il resto della “flotta ferrata” non lo si può neanche classificare. Spero che in caso di vittoria possiate rimanere su “questo pianeta” fatto di persone e non di “pedine”. Con la prospettiva di un vostro successo sarebbe gradita ritrovarla a scrivere delle cose di tutti giorni qui su Pendolando, disponiblità permettendo.
In amicizia,
Makis
Carissima ed ingenua Elisabetta, posso comprendere che si debba far di tutto per “emergere” agli occhi di tutti ma ….. ha proprio sbagliato il periodo !! Troppo vicino alle votazioni e troppo ambiguo quanto “scorretto”. Le dico la verità, se avesse scritto prima, quando ad esempio hanno cambiato gli orari a dicembre, quando l’AV faceva ridere gli automobilisti sulla TO-MI che spesso lo vedevano fermo, quando ritardi da treno a vapore erano all’ordine del giorno, quando la “dolcissima” sig.ra Bresso andò in rotta di collisione con Trenitalia per l’accordo Piemonte senza neanche prevedere una alternativa e causando enormi disagi (chi vuole prendere IC e Regionale deve fare 2 abbonamenti distinti), quando chi come me ogni tanto scrive disinteressatamente su Pendolando e non per fini “occulti” ecc. ecc.
Anche io sono pugliese come suo marito e anche io sono pendolare di serie A – B – C ovvero prendo il treno a seconda delle necessità (regionale – IC – AV). Mi piacerebbe che ci sia aria nuova ma da quanto sembra si va a finire sempre nel solito calderone. Io non andrò a votare, auguri a suo marito e …. sia meno “scandalosa” la prossima volta !
Da leggere…
http://www.ilfoglio.it/preghiera/356
Cara Elisabetta
Più che una lettera aperta è un volantino elettorale 🙂
Tuttavia concordo con Vittorio che è ora di smetterla di distinguere tra pendolari AV e pendolari regionali.
Siamo tutti pendolari, tutti viaggiamo tra Torino e Milano..
Chi è più “fortunato” viaggia sui FrecciaROTTA chi meno viaggia sui carri bestiame..
Per non parlare degli Intercity…
Fare manifestazioni ahimè non serve.. l’unica che è servita , da che mi ricordi, è stata quella contro l’abolizione dell’Articolo 18.. dove praticamente tutta l’Italia è scesa in piazza..
Siamo stati più e più volte a parlare con Questore, Prefetto e rappresentati delle Ferrovie dello Sfascio e con scarsi risultati.. abbiamo firmato una petizione per il mitico Eurostar 9554 che non ferma a Porta Susa.. niente..
I giornali ovviamente non vanno più di tanto contro Trenitalia dato che altrimenti poi c’è la ritorsione degli spazi pubblicitari..
Dato che comunque credo di votare per la Bresso, posso anche esprimere una preferenza per tuo marito, ma poi sappiamo benissimo come vanno a finire le cose a Palazzo..
Ho ancora a memoria le esilaranti dichiarazioni di Giacchino che ringrazia a nome dei Pendolari il dottor Moretti per l’aggiunta di una coppia di treni..
Certo.. sempre treni sulla direttrice Roma – Torino.. con orari di arrivo a Milano non consoni per chi lavora tra le 9:00 e le 18:00 .. con un treno al ritorno che parte alle 18:20 da Milano..
Con il treno forse più comodo che non ferma a Porta Susa..
Con un treno Intercity della seconda guerra mondiale che parte da Milano alle 18:05 e ci mette due ore ad arrivare a Torino..
Con la cancellazione della direttrice Torino – Venezia – Trieste costringendo a fare corse o discussioni per non perdere le coincidenze..
Avere un rappresentante in più certo non fa male..
Ma bisognerebbe unirsi per “lottare” insieme..
In bocca al lupo per tuo marito e un abbraccio al tuo bimbo che per colpa di Trenitalia ha una mamma a tempo limitato..
Caro Vittorio,
la mia lettera è nata dopo che per l’ennesima volta mi sono sentita dire che “il treno Alta Velocità non è un treno di Pendolari”.
L’intento era proprio quello di evidenziare che anche noi esistiamo e ci misuriamo quotidianamente con frustrazioni ed inefficienze.
Se posso darti un dato, l’abbonamento AV di seconda classe a gennaio è aumentato del 26% (+49% quello di prima classe).
Siamo tutti sulla stessa barca…. o peggio…. sullo stesso treno.
Cara Elisabetta, sono Vittorio e anche io sono un pendolare (anche se non AV) e mi permetto di fare una semplice considerazione, proprio in merito alla distinzione “pendolare AV” / “pendolare regionale”: io credo proprio che fare queste distinzioni tra le due tipologie di pendolarismo (se così le vogliamo chiamare) sia il primo errore che commettiamo: siamo pendolari e basta! Anche perchè non mi sembra che ci siano molte differenze: se io viaggio sui regionali non è che per me (come per gli altri che fanno la mia stessa scelta) non valga la regola di fare “i salti mortali, investendo parte del proprio stipendio, per conciliare gli impegni di lavoro (che comporta sacrifici e impegno) e quelli di una famiglia (che è sacra) che si trovano mediamente a 150 chilometri di distanza”: mi sembra che sia una caratteristica comune a tutti noi pendolari! Identico il discorso “dell’adeguata attenzione mediatica”: anzi mi sembra il contrario visti tutti gli articoli che le testate hanno dedicato in merito all’AV, alla fermata di Porta susa, ai ritardi ecc… identico il discorso relativo alle manifestazioni: anche noi lavoriamo e viaggiamo e (vista la differenza di percorrenza) se vuoi abbiamo ancora meno tempo da destinare a manifestazioni visto che il tempo che rimane è meglio trascorrerlo in famiglia; neanche noi abbiamo diritto a sconti o rimborsi (previsti sui regionali ma NON sulla tratta TO-MI!!!!) e in quanto al calmiere dei prezzi tieni in considerazione che il prezzo del regionale per es. è aumentato da febbraio del 10%…
Quindi credo che l’unione faccia la forza e se volete cercare un maggiore consenso credo che sia più utile parlare di pendolari che non solo di pendolari AV, anche perchè l’unica differenza tra le due tipologie è semplicemente pagare molto + più per andare (molto?) più veloce. Il resto (personale di Trenitalia, informazioni, rimborsi, ritardi e soprusi…) sono comuni a tutti noi pendolari!