L’Associazione trasporti denuncia il rischio di veder polverizzato il servizio dei trasporti pubblici a meno che i cittadini non siano disposti a spendere, per biglietti e abbonamenti, dal 36 al 72% in più.
Ben 270 milioni di viaggiatori all’anno potrebbero abbandonare gli autobus, le metropolitane e i treni per tornare ai mezzi privati, andando a peggiorare la situazione già critica di traffico e inquinamento.
Marcello Panettoni, presidente di Asstra (associazione delle aziende del trasporto pubblico), comunica che
se la manovra ridurrà le risorse del 10%, le aziende saranno costrette a incrementare le tariffe del 36%. Ad esempio, un biglietto a tempo che oggi costa 1,04 euro schizzerebbe a 1,40. Un abbonamento mensile passerebbe, (nell’ipotesi di un taglio del 10%) da 32 a 43,50 euro con un aggravio pro-capite di 130 euro l’anno. Tutti valori che potrebbero raddoppiare nell’ipotesi di una riduzione delle risorse al 20%.
I tagli previsti dalla manovra avranno ripercussioni gravi anche dal punto di vista occupazionale: “se le risorse caleranno del 10%, ci saranno 9.860 dipendenti in meno a livello nazionale, dei quali 8.120 addetti alla guida. Il doppio, nel caso di un taglio del 20%”.
Vedi: Repubblica del 15 luglio 2010 “Manovra, la stretta sui pendolari In 740 mila senza bus e treni”