Trenitalia vuole potare i rami secchi, insomma vuole eliminare i treni regionali. Mauro Moretti, ad di Fs, ha dichiarato che non ci sono soldi a disposizione. Dal 2013, se tutto va come non deve andare, non si potrà più arrivare in Sabina in treno, solo per fare un esempio.
In botanica tagliare i rami secchi è qualcosa che permette alla pianta di crescere più rigogliosa e sana, nel caso del trasporto regionale italiano, significa rendere intere zone inaccessibili se non in automobile. Se non si trovano i soldi la prospettiva si annuncia cupa per i pendolari ma anche per i viaggiatori sporadici. Come faranno a spostarsi i ragazzi, gli anziani e tutte le persone che per vari motivi non possono guidare?
Potremo andare solo nei posti collegati dai Freccia rossa (che hanno fruttato a Fs il raddoppio degli utili nel 2011 a quota 285 milioni di euro) e per il resto ce ne staremo a casa? L’Italia dell’ Appennino, dei paesi, delle montagne, minore agli occhi di Moretti ma non degli italiani, sparirà dalle nostre mappe mentali perché irraggiungibili in treno? Si potrà facilmente arrivare a Marsa Alam ma non a Marsala?
E’ un problema di soldi ma anche politico. Perchè, come oggi Repubblica riporta nell’articolo “treni dei pendolari a rischi estinzione, le Ferrovie minacciano il grande addio”, il 72% degli investimenti pubblici nei trasporti va in strade e autostrade? Ma le autostrade, con tutto quel che costano agli utenti (da cittadini siam finiti ad essere utenti), richiedono davvero investimenti pubblici così cospicui?
Federconsumatori e Assoutenti stanno organizzando una giornata di protesta.
E’ però necessaria una riflessione da parte degli italiani. Siamo disposti a pagare un pò di più per spostarci in treno, visto che tanto la benzina e i costi per il mantenimento di una macchina sono sempre più alti?
E’ disposto il governo a studiare seriamente un piano nazionale dei trasporti che vada incontro alle esigenze delle persone e non di interessi economici? E’ disposto ad “immaginare” l’Italia che viaggia tra cinque, tra dieci, tra vent’anni? E disposto ad avere una visione e a realizzarla?
E’ disposto Mauro Moretti a reinvestire parte degli utili derivati dalle tratte redditizie per sostenere il trasposto universale (che le Ferrovie dello stato dovrebbero garantire, in quanto “ente costituito in forma societaria che gestisce un servizio pubblico”)?